Il CUG è il “Comitato unico di garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni" costituito con decreto del 24 marzo 2011, come previsto dalla legge 183/2010. Attraverso questo nostro ufficio, saranno promossi studi ed analisi di settore come supporto a tutti i componenti dei CUG, nominati dalla nostra struttura, sul territorio.

La responsabile del settore CUG della Fenal è la Dott.ssa Rita Mottola
 

Mercoledì, 10 marzo 2010, dalle 10.30 alle 13.30, nella Sala Polifunzionale di Palazzo Chigi, Via Santa Maria in Via n. 37 – Roma, si è svolto il seminario “Il rapporto di lavoro delle lavoratrici madri: profili di tutela economica e normativa: Consigliere di Parità e Ispettori del lavoro…al lavoro”, organizzato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dalla Direzione generale per l’Attività Ispettiva e dall’Ufficio Consigliera Nazionale di Parità.

Le Pari Opportunità

Per ragionare in materia di parità e di pari opportunità, dobbiamo innanzi tutto considerare che negli ultimi anni l’ordinamento legislativo italiano si è arricchito di due importanti provvedimenti: il primo la legge 53/2000, nata sull’azione delle legge 285/1997 sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che disciplina i congedi parentali e il D.Lgs. 196/2000 che si presenta come azione di rinnovamento rispetto alla legge 125 del 1991.

Il ministro per le Pari opportunità, M. R. Carfagna, e il ministro del Welfare, M. Sacconi, hanno presentato l'1 dicembre 2009, nella sala stampa di Palazzo Chigi, un Piano strategico di azione per la conciliazione e le pari opportunità nell'accesso al lavoro.

Entra in vigore il 20 febbraio 2010 il decreto di attuazione del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego. Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n° 29 del 5 febbraio 2009 il Decreto Legislativo attuativo della Direttiva CE/54/2006.

Il Decreto rafforza il principio antidiscriminatorio di genere ampliandolo ed estendendolo a tutti i livelli nei diversi ambiti in particolare in materia di occupazione, di lavoro e di retribuzione, accompagnandolo con sanzioni più severe.

Sanzioni più pesanti per i datori di lavoro che discriminano, con ammende fino a 50 mila euro e anche arresto fino a sei mesi. Estensione di tutti i diritti relativi alla maternità ed alla paternità anche in caso di adozioni nazionali ed internazionali. Introduzione del divieto di discriminazione anche nelle forme pensionistiche complementari e collettive. È istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali il Comitato nazionale per l'attuazione dei principi di parità di trattamento ed uguaglianza di opportunità fra lavoratori e lavoratrici. La consigliera o il consigliere nazionale di parità, inoltre, svolge inchieste indipendenti in materia di discriminazioni sul lavoro.

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